Per essere un abitante della pianura, sono fortunato. Abito in prossimità del Parco delle Colline di Brescia. Seguo spesso i sentieri che percorrono i Monti Ratto e Picastello, i Campiani, il Monte Peso e, da Collebeato, la Valle d'angolo che mi riporta sulla via di casa. La raggiungo dopo aver attraversato per un tratto lo sterrato della Valle Bresciana dopo aver superato l'ultima collina, avamposto della natura che domina Urago Mella, il primo quartiere situato tra il parco e il fiume Mella della città. Il percorso nel parco che seguo di solito ha la forma di “Otto” o, se si vuole, “dell'infinito”.
I seguenti brani corrispondono alle otto tappe di questo percorso che inizia e si conclude alla Pieve vecchia di Urago Mella.
I - L'anelito di Pendolina
Qui nel luogo denominato "Pendolina", oggi divenuto un quartiere della zona ovest della città, situata tra le colline del Parco e il fiume Mella è ambientata una fiaba o forse un mito locale. Pendolina, un tempo, era una cima che viveva vicino al Monte Guglielmo. Il suo sguardo poteva spaziare sulle tre valli bresciane. Ma il suo pensiero era solamente rivolto al fiume Mella. Spesso sospirando si rivolgeva al fiume per esprimere il suo anelito: “vorrei seguirti lungo il tuo letto verso la pianura”.
Il Mella gli rispondeva “Io flutto dal Maniva verso la pianura, la mia natura è nomade. Come fai a seguirmi”?
Pendolina d'altro canto non voleva arrendersi alla sua natura terrena: “Non posso rimanere qui a guardarti scorrere verso la pianura”.
Il Mella non si stancava mai di dirle “Il tuo sguardo arriva lontano, dove scorro in pianura. Puoi vedermi anche laggiù”.
“No, Mella! Voglio seguirti. Questo è il mio anelito. Questo è il mio sogno.”
E i sogni muovono le montagne. Scosse telluriche sconvolsero il territorio. Pendolina perse conoscenza, mentre tutto ciò accadde. E alla fine di questo cataclisma, si risvegliò...Vicino alle colline. Là dove sempre aveva voluto trovarsi. Vicino al fiume Mella. Sussurrò alla brezza che portò la sua voce alle acque del Mella di essere felice di trovarsi dove sempre aveva desiderato andare. E non appena queste parole raggiunsero il letto del fiume, lei prese le sembianze di una fanciulla. Alla sua vista, il Mella fermò le sue acque trasformandosi in un lago. Pendolina ebbe così modo di specchiarsi sulla superficie delle acque , per così unirsi con il suo amato. “Nessuno più ci separerà” disse Pendolina, prima che l'incantesimo si sciolse. E lì rimase per sempre.
II - Danza notturna degli elfi
In prossimità del Monte Ratto, nel colle che domina il quartiere della Pendolina, esiste il villaggio degli elfi chiamato "Tibonia". Un giorno in quel luogo venne organizzata una festa particolare. Per quell'occasione, come ci racconta Andersen nel “Colle degli elfi”..."Le fanciulle degli elfi ballavano con un lungo mantello tessuto di nebbia e chiaro di luna”.
III -Lungo il crinale dei cinque mondi
Lungo il crinale tra i monti Ratto e Picastello si cammina sul sentiero che unisce cinque mondi: a sinistra, il mondo della civiltà degli uomini (Brescia); a destra, il mondo della natura (i boschi del Parco delle Colline); sotto terra il mondo dell'Ade (i bunker del periodo delle due guerre); in alto il mondo del cielo e delle rondini. Il quinto mondo...Appartiene a chi lo percorre.
IV - Cavalieri carolingi lungo i Campiani
Si narra che proprio lungo i Campiani stazionarono Carlo Magno con il suo seguito di cavalieri e soldati.
V - C'era una volta il gigante egoista
Nelle vicinanze del Monte Peso, è collocata una panca gigantesca. Un bambino ben informato sostiene che appartenga al “Gigante egoista”, il protagonista della favola di Oscar Wilde.
VI - Hoc quod continet omnia
Scendendo lungo il sentiero che porta a Collebeato si raggiunge l'ex monastero di Santo Stefano. Ho immaginato che in una notte tersa, i monaci benedettini che lo abitarono abbiano intonato lo “Spiritus Domini”, mentre contemplavano il firmamento. Da questo introito ho estrapolato i versi seguenti, modellandoci la melodia del brano:
“Spíritus Dómini replévit orbem terrárum,
et hoc quod cóntinet ómnia,
sciéntiam habet vocis...”
"Lo Spirito del Signore ha riempito l'universo,
egli che tutto unisce,
conosce ogni linguaggio".
L'introito viene eseguito nella domenica di Pentecoste ed è nel modo ottavo, il modo "perfetto". Otto è il numero del superamento della scansione settimanale del tempo e quindi dell'infinito eterno.
VII - L'origine del mondo
Un sentiero sale da Collebeato verso i Campiani attraversando il piccolo e nascosto bosco della “Val d'angolo”, solcato nella sua estensione da un fossato che diventa un torrente soltanto quando diluvia. Qui regna il mistero dell'origine del mondo della natura...Di qualsiasi natura.
VIII - Canto degli alberi sull'ultima collina
Gli alberi dell'ultima collina, prima della pianura, continuano a cantare...Inascoltati dagli abitanti della città.
Valerio Loraschi, https://valerioloraschi.blogspot.com/